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Archivio mensile:gennaio 2015

Potrei essere Charlot, ma non sono Charlie

je ne suis

Il cristianesimo incassa e tace. L’Islam, no

Autore: Rosanna Raffaelli Ghedina (www.culturacattolica.it)

Perché non posso gridare JE SUIS CHARLIE…

Riportiamo queste riflessioni di una nostra amica, per la chiarezza di un giudizio, che possiamo approfondire. Stanchi dell’unanimismo sentimentale

E’ indubbiamente e assolutamente intollerabile la barbarie accaduta a Parigi e con essa l’uso della violenza, che non ha mai diritto e giustificazione per difendere il proprio credo, idee e onore ferito.

Alle tante considerazioni dette sui fatti francesi da molti commentatori, non abbiamo comunque sentito la sfaccettatura più importante, quella che svela il principio dimenticato: la responsabilità. Ed è la condizione indispensabile che va a formare una civiltà.

Per questo, ritengo che non solo un cristiano, ma ogni persona responsabile, non possa alzare il grido JE SUIS CHARLIE, come abbiamo visto fare con estrema leggerezza anche da ministri e capi di stato, semplicemente perché anche la satira, come ogni altro messaggio detto o scritto, non è paladino della libertà assoluta, anche essa necessita di regole. La parola che non si è detta a questo proposito è il rispetto. Che democrazia vogliamo difendere e invocare senza il rispetto?

Una vignetta satirica deve indurre alla riflessione e ad un sorriso, sdrammatizzando le esagerazioni. Se invece diventa un mezzo volgare e premeditato per dare un insulto, non si può fregiare del diritto di libertà. Charlie Hebdo, ecco, è una pubblicazione al servizio di una filosofia di vita anarchica e libertaria, tipica espressione estrema e coerente dell’imponente relativismo occidentale contemporaneo. L’umorismo e la satira senza il rispetto cade nella banalità, nel dileggio, nel disprezzo e ancor peggio nella blasfemia, diventando un boomerang micidiale, offendendo nel profondo i sentimenti di appartenenza nelle varie culture. Sono note purtroppo le vignette di Charlie fortemente offensive verso il cristianesimo, che incassa e tace. L’Islam, no. E tutti lo sanno. Cinismo, disprezzo, dileggio e offesa non sono tolleranza, né apertura culturale, e quindi questo boomerang è ritornato da dove è partito, proprio con queste stesse valenze. Nessuno l’ha detto ma tutti hanno difeso e invocato la libertà, dove invece si è usato il libertinaggio.

Un cristiano forma la sua fede nella libertà e questo valore lo conosce e lo difende. In realtà invece, viviamo in una società dove vige il razionalismo più scettico e sprezzante, per molti versi nichilista, e la Francia prima con l’eredità della sua rivoluzione, e l’Europa poi, non è quel faro di civiltà e libertà che si sta invocando in questi giorni. In verità, si sono affermate con la distruzione delle croci, degli altari, delle abbazie e l’imposizione del dio denaro con strada preferenziale al culto della sola ragione. L’Europa si è sottratta al suo primario dovere di custodire e difendere le sue culture e civiltà, e così i vari stati alleati, aprendo invece le porte e i portoni ad altre culture, permettendo troppe moschee non controllate e non facendo rispettare le regole all’immigrazione selvaggia. In poche parole, non ci ha difeso abbastanza: Europa debole in immigrazione massiccia e troppo invasiva dove si sono persi i controlli.

Abbiamo il coraggio di vedere in faccia e testimoniarla, la grande ipocrisia che ci è stata spiattellata abbondantemente? E’ in questa mancanza di coraggio etico che cova il vero pericolo per la democrazia, e non nei sentimenti più o meno esasperati dei musulmani offesi da una satira assurda e volgare, per non dire, demenziale. Visto che anche la democrazia è un valore, non bisogna permettere, neppure per burla in vignetta giornalistica, che dei cittadini vengano impunemente offesi e derisi nella loro identità e personalità, né nei loro valori umani, etnici o di fede. Uno stato, anche se laico, deve difendere la libertà di tutti, laici, atei, cristiani, ebrei, musulmani e chicchessia.

Come e cosa hanno risposto i capi di Stato che hanno partecipato alla manifestazione di domenica a Parigi? Sono stati incapaci di contrapporre all’Islam le proprie risorse spirituali, morali e di etica democratica, per preferire insistendo il pensiero relativista, vantando il diritto liberticida. Ed è qui che si prefigura il destino che attende l’Occidente, dimostratosi ancora incapace di contrapporre all’Islam le sue più nobili risorse spirituali e morali, fondamento della nostra civiltà e democrazia. Con una mano è stato offerto il nuovo e preponderante pensiero relativista e dall’altra si tende ancora la mano compiacente all’invasione dell’immigrazione.

Liberiamoci quindi dell’ipocrisia espletata e non parliamo di vittime e martiri della libertà di espressione, perché qui la libertà non c’entra proprio per nulla. Un’altra cosa importante nessuno ha ricordato in questi giorni: un vero pericolo d’invasione è stato annunziato per Roma, in Vaticano. Ne ha parlato solo Angelo Panebianco a fine novembre sul Corriere della Sera a cui non è seguita alcuna eco o preoccupazione delle istituzioni.

 
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Pubblicato da su 14 gennaio 2015 in Attualità, Cultura

 

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