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Archivio mensile:novembre 2015

Vuoto esistenziale

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La vanità umana e il vuoto esistenziale

L’eccessiva vanità è un grande limite, in genere rivela alti livelli di egoismo

Viviamo nell’era del culto del corpo, in cui l’apparenza è essenziale, e non è raro vedere palestre più gremite delle chiese. La ricerca di cliniche estetiche è sempre maggiore, provocando anche la morte di alcuni pazienti a causa dell’imperizia di falsi medici. Il tentativo di riempire questo “vuoto” muove milioni e milioni in un mercato che cresce ogni anno.

Alcune settimane fa, le dichiarazioni di una madre hanno avuto una grande ripercussione sulle reti sociali perché ha detto che sognava di comprare un appartamento ma il consumismo della figlia non glielo permetteva. La madre in questione vive in una comunità non benestante di San Paolo (Brasile), e ha affermato che ogni “incursione” della figlia al centro commerciale ha un costo approssimativo di 400-500 reais (1280-1600 euro).

Sembra che viviamo in una ricerca costante per riempire un vuoto esistenziale nella nostra anima. Indipendentemente dal fatto di avere una vita religiosa o meno, dimostriamo un’insoddisfazione permanente per ciò che abbiamo e ciò che siamo, e quello che desideriamo alla fine non ci soddisfa mai. A ogni obiettivo raggiunto nella vita, il vuoto torna a consumarci come una malattia vorace, insaziabile.

Cosa ci basta? La Grazia di Dio è sufficiente perché possiamo godere una vita piena e completa.

Una persona piena della Grazia di Dio è sempre soddisfatta, nel dolore e nella povertà, nella salute e nella prosperità. È questo il segreto, essere soddisfatti. Nasciamo senza niente e non porteremo niente dopo la morte. Se resterà qualche cosa, anche dopo la nostra morte, è ciò che è eterno. Ed è San Paolo a dirci cosa è eterno: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova”

Vuoto esistenziale, come riempirlo e dare senso alla vita?

Stare sempre in compagnia non è sinonimo di sentirsi al riparo. Per questo motivo, sono molte le persone che attualmente percepiscono una grande solitudine. I problemi di lavoro, economici o anche familiari possono causare un’enorme sensazione di vuoto, arrivando a trasformare questo piccolo disagio in una vera e propria crisi esistenziale.

Superare questo tipo di ostacoli psicologici è sempre complicato, visto che ci abituiamo a vivere senza analizzare noi stessi e di conseguenza non riusciamo a capire il motivo di quest’insoddisfazione. Svolgere un esercizio di auto-esplorazione e avere una buon atteggiamento nei confronti della vita sono due regole fondamentali per ritornare alla nostra quotidianità con serenità e felicità.

Le persone con obiettivi vivono di più?

Creata da Víctor Frankl, questa teoria esistenzialista vuole dimostrare che quegli individui che affrontano la vita con maggiore dedizione e che hanno un motivo per cui vivere, vanno sempre avanti. Lo stesso psicoanalista, infatti, riuscì a sopravvivere all’orrore dei campi di concentramento nazisti, osservando che le persone che non riuscivano a trovare qualcosa che desse senso alla propria vita perdevano le forze e sparivano molto più rapidamente.

Ansia anticipatoria, il grande problema dei nostri tempi

Pensare con frequenza che le cose andranno male potrebbe tradursi in una debole strategia per il successo della traiettoria delle nostre vite. Sono molte le persone che, attualmente, soffrono di ansia anticipatoria perché cercano di anticipare gli eventi e di pensare al futuro in maniera negativa. Analizzando e cercando spiegazioni di ogni cosa che ci succede, non riusciamo a concentrarci sulla realtà in maniera intelligente e mentalmente sana. Per questo è indispensabile assumere un atteggiamento nei confronti della vita molto più proattivo, riducendo la vittimizzazione e capendo che le difficoltà sono parte dell’esistenza di ogni persona.

La malattia dell’anima

Alcune persone raccontano di uno stato interiore di malessere che riassumono con l’espressione vuoto esistenziale.

E’ uno stato di passività, mancanza, che genera la sensazione di perdita di senso nella propria esistenza e che stimola pensieri negativi, pensieri piuttosto sterili che non portano a propositi o progetti ma al contrario tolgono entusiasmo e rendono triste il futuro che ancora deve essere vissuto.

Come riempiamo il nostro vuoto?

Spesso ricorriamo ad ogni mezzo per attenuare questo disagio: il cibo, le droghe, internet e la televisione, il sesso o amori inventati, tutti mezzi che si rivelano prima o poi poco duraturi o inefficaci, quando non generano serie problematiche di dipendenza che conducono a vere psicopatologie.

Viktor Emil Frankl (Vienna 1905-1997), medico-filosofo-psichiatra (e prigioniero dal ’42 al ’45 in diversi campi di concentramento nazisti) richiama alla responsabilità di ciascuno di dare un significato alla propria esistenza, cercandolo, costruendolo, andando al di là del mero soddisfacimento degli impulsi o ricerca del piacere, per approdare ad una dimensione superiore, indagando e muovendosi sul piano spirituale.

Si tratta di recuperare dei valori, di ricostruire dei significati superiori da attribuire alle nostre azioni e ai nostri pensieri, di ricercare uno scopo individuale più “alto”. Occorre anche imparare ad avere una visione totale della persona (di se stesso) come unione di corpo – psiche e spirito: queste tre dimensioni devono arrivare ad armonizzarsi coerentemente con i valori e le scelte che ciascuno ha posto come orientamento della propria vita.

Un periodo di crisi allora può essere un’occasione per rivedere la propria esistenza sotto questo punto di vista e cominciare a non mettere più al centro della propria attenzione se stesso e i problemi, ma “qualcosa/qualcuno” che trascenda noi stessi e che dia finalmente risposta a quel forte bisogno di significato che non può trovare totale gratificazione in questo mondo.

Possibili cause che provocano il senso di vuoto

1. Sentirsi sovraffaticati

Secondo alcuni studi americani, la mancanza di sonno è una tra le cause principali che scatenano questo tipo di malessere. Quando non apportiamo al nostro corpo una quantità di sonno sufficiente siamo più soggetti a sviluppare durante il giorno una serie di pensieri negativi che andranno a impattare sul nostro stato emotivo. Quindi, in primo luogo, regola le tue ore di sonno, affinché il tuo corpo e la tua mente possano rigenerarsi adeguatamente.

2. Sentirsi stressati e demotivati

Non puoi essere motivato se sei stressato e sovraffaticato. Se ti senti demotivato, allora il mio primo suggerimento è quello di staccare la spina e svagarsi un pò.

3. Ti manca uno scopo da perseguire

E’ veramente difficile rimanere motivato se non hai uno scopo da perseguire. Trovare uno scopo nella vita non è sempre facile, per questo ti suggerisco di iniziare ad analizzare realmente quello che desideri e quello che per te crea valore.

4. Hai perso le tue prospettive

Ognuno di noi ha le sue ambizioni e i suoi sogni, e quando questi vengono meno, entriamo in un vortice di confusione. Un esercizio semplice per uscire da questa situazione è quello di richiamare alla mente, il più spesso possibile, le cose che maggiormente ti riempiono di gioia e gratitudine.

 
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Pubblicato da su 4 novembre 2015 in Attualità, Letteratura, Religione

 

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